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La leggenda dei Fappari

 
Se si ha la fortuna di abitare nella Caput Mundi si può facilmente passeggiare nella Sacra Valle Fapparella e poter sentire ed essere parte ancora oggi delle antiche gesta degli storici abitanti di questo luogo formatosi oltre 2769 anni fa dalle Sacre e furiose acque del Fiume Almone che discendono impetuose e spumeggianti dal Vulcano di Albano, baciano la Valle della Fapparella e dolcemente si placano nel bel Mare Nostrum.
La ricercatrice Maria Teresa Cannuccia, famosa in tutto il Mondo per gli scavi eseguiti alla ricerca di manufatti e reperti antichi ed a cui si deve il merito di aver dato alla luce il mondo della Sacra Valle Fapparella, in un suo recente articolo ci narra le antiche gesta degli abitanti della Valle.
La leggenda narra che in antichità la Sacra Valle Fapparella era dominata da due popolazioni principali, che sfruttando il Sacro Almone si erano divise il territorio: dal lato del Vulcano il popolo dei Fappedotti e dal lato del Mare Nostrum il popolo dei Fappi Latini. Ora, nel bel mezzo della contesa e continui litigi, viveva nel Bosco delle Camene una bella ninfa detta Egeria che veniva spesso consultata dalle due popolazioni perché portasse benessere e perché essa era la sola che avesse il dono di trasformare le acque del Sacro Almone da furiose a placide acque frizzantine e dissetanti.
Stanca dei continui litigi, la bella Egeria convocò le due popolazioni presso la sacra fonte originaria nota con il nome di Lacus Salutaris e lì decise che i due giovani e più forti dei due popoli si sarebbero sfidati alla Filippide: ognuno, partendo dal punto più lontano e segreto del popolo avversario, doveva ritornare presso il Sacro Lacus ed attingere l’ acqua pura e frizzantina dalla Sacra Fonte, chi lo avesse fatto per primo, avrebbe regnato per sempre nella Sacra Valle della Fapparella ed i popoli limitrofi.
La data prescelta della sfida fu quella del 27 marzo, legata al rito della Lavatio Matris Deum a cui i due popoli erano devotissimi.
Furono scelti i due baldi giovincelli, Lucianus dei Fappedotti detto Princeps o Primus per l’eleganza nei modi e Maximo dei Fappi Latini detto Maximone per la sua prestanza fisica; vedendoli la Ninfa Egeria dette il via alla tenzone e cosi avvenne che i due si misero a Filippide per cercare di arrivare ad attingere la sacra acqua e portare il loro popolo al dominio.
 
Questo evento però, diede vita ad un tam tam tra tutti i popoli vicini e non: e fu così che si ritrovarono insieme tribù Sabine (gli Efremmi, i Baldii ed i Fabii), gli abitanti dei Monti Ernici guidati dai Braffi, popoli Etruschi con la loro Principessa Maryam, il popolo Mitologico dei Ramunni, tutte le tribù dei Luni con il loro leggendario Re Loffredo. Addirittura si narra che attraversarono il Mare Nostrum i leggendari abitanti della Trinacria con a capo il mitico Johannes detto il “Guercio” e poi una Principessa Germana con il suo bel Bavbuto Enricus detto Serfy; si narra che il popolo di Vejo abbandonò i propri alveari per poter essere presente, addirittura ci sono sacre iscrizioni che rimandano ai Vaticini di Sacerdoti Luppolari come Belluccius e Ta’ Vazzus.
Ora, mentre nella Sacra Valle in attesa degli eventi ci si scambiava segni di pace, i due giovincelli girovagavano guardinghi ed incerti sulla strada del ritorno… E qui che la storia tramandata da effigi e cippi che attraversano tutta la Sacra Valle, diventa Leggenda!!! I due giovincelli non fecero mai ritorno ai luoghi natii e dopo quasi un anno di attesa e speranza, la Ninfa Egeria diede fine alla sfida, stabilì che la Sacra Valle della Fapparella apparteneva a tutti i popoli ed in quanto tale doveva essere un luogo di pace e benessere per ogni abitante ed ognuno di essi doveva rispettare con il suo comportamento l’intera sacralità del luogo.
I popoli così riuniti giurarono solennemente che ognuno di essi avrebbe salvaguardato per sempre la Sacra Valle e che avrebbe fatto di essa un luogo di pace ed amicizia aperto a tutti.
Il giuramento avvenne benedicendo Pane Dolce e Vino Frizzantino davanti ad un altare di legno e con il discorso pronunciato dalla Ninfa Egeria e dal Re Loffredo di Luni, si diede ufficialmente vita alla Alleanza della Fapparella. Le antiche tavole con cui si sanciva questa alleanza sono oggi andate perdute, ma il loro ricordo è sempre più vivo.
In ricordo dei due giovani fu coniato il termine di FAP (Famo A Perdese) ed in loro onore, invece di organizzare sfide alla Filippide, i popoli della Sacra Valle da quel giorno diedero vita ai FAP, le tavole della legge furono definite LE TAVOLE DEI FAPPARI e da quel giorno del 27 marzo di 2769 anni fa, ogni volta che degli amici si ritrovano a correre in ambienti non deturpati dall’ uomo e dove sbagliando strada si scoprono nuove vie…nasce un FAP e si diventa un po’ FAPPARI.
DeSantiX.iT